Mi scrive Maddalena una poesia che riproduce un caleidoscopio di vissuti e di esperienze traumatiche affrontate in un gruppo di psicodramma. Non avevo mai letto, come questa, una poesia che capace di testimoniare, evocare e riflettere su un incontro di psicodramma. Maddalena racconta come è arrivata a scrivere la poesia e l’ispirazione che le è venuta cogliendo un sorriso di una bimba. Scrive : “Dopo due soli incontri posso dire che lo psicodramma ha fatto centro: è davvero successo qualcosa dentro di me. Qualcosa o qualcuno, ha agito nella mia anima. Lo stimolo mi è venuto dallo sguardo di una bambina che forse mi ha ricordato la mia infanzia. È bastato lo sguardo di una bambina che ha assaggiato troppo presto l’amaro gusto della vita. Fin dalla prima volta che l’ho conosciuta, i suoi occhi mi parlavano e mi mandavano messaggi segreti sulla sua prematura saggezza. Finché l’intimo silenzio si è trasformato in parola: “è triste il mio sorriso”. Questa frase, pronunciata dalla piccola Chiara, si è scaraventata su di me come un lampo su un albero lasciandomi letteralmente elettrizzata.
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